“Al Qaeda! Al Qaeda! – Come fabbricare il mostro in TV” a Milano la prima nazionale

Cosa succede ad un innocente quando viene accusato di reati infamanti da un giornale? Come funziona l’industria della diffamazione? Come ci si difende dalla cattiva informazione?  A queste domande cerca di rispondere  il docu-film “Al Qaeda! Al Qaeda! – Come fabbricare il mostro in TV” che verrà presentato in prima nazionale, a Milanogiovedì 18 ottobre 2012, ore 18.00 al Cinema Apollo, in Via De Cristoforis (Corso Vittorio Emanuele).

“Un vademecum per opporsi alla menzogna ed alla manipolazione della realtà- annunciano gli autori Luca Baucci, Giuseppe Scutellà e Walter Baroni, rispettivamente un avvocato, un regista e un sociologo, tutti accomunati  dall’attenzione riposta, pur nelle loro diverse professionalità, per gli ultimi, le minoranze, i deboli.  Il progetto parte, infatti, dal libro “Primo, non diffamare” di Luca Bauccio, legale  impegnato nella tutela dei diritti civili (tra le altre cose, ha difeso, con successo, la moglie di Abu Omar nel processo contro i suoi sequestratori) ma anche cofondatore di YouReporter, il primo sito italiano di video-citzen jornalism.

“Nel film si avvicenderanno – spiegano gli autori e produttori di “Diritto Zero” – le storie degli offesi, raccontate con ironia dagli stessi protagonisti che le hanno vissute”.  “Al Qaeda, Al Qaeda” è, quindi, un  film-denuncia contro la disinformazione e la persecuzione a mezzo stampa in Italia, diretto, appunto da Giuseppe Scutellà,  regista e direttore artistico della compagnia teatrale Punto Zero, (che da oltre dieci anni lavora all’interno del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano)  in collaborazione con Walter Baroni, sociologo attento allo sviluppo della cultura della differenza.

Una narrazione che intreccia la testimonianza diretta degli interessati, materiale di archivio e scene originali di fatti saliti alla ribalta della cronaca, che a posteriori, appaiono con una prospettiva  completamente ribaltata.  Come il caso del falso minareto, raccontato da Magdi Allam, ma che era in realtà solo un’antenna della Wind.  O la storia di Beppino Englaro, protagonista della incredibile gogna mediatica legata al dramma della figlia Eluana, la vicenda di Youssef Nada, un banchiere musulmano indicato dai giornali , e poi da Bush,  tra i finanziatori di Al Qaeda: tutto falso, come si è potuto dimostrare in seguito.  “ Poi le storie di tante persone comuni, tutte unite dall’unico denominatore -ricordano gli autori-  l’avere incontrato sulla loro strada il loro diffamatore, il carnefice che ha tolto loro l’onore, la reputazione, l’identità.”

Insomma, in tempi in cui gli utenti  richiedono  al mondo dell’informazione, eticità, veridicità, rispetto della dignità delle persone,  come emerso dall’indagine presentata dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia nei giorni scorsi, c’è di che riflettere, sulla qualità della professione giornalistica.  Troppo spesso più attenta ai dati di ascolto e alle tirature che al rispetto di chi non ha gli strumenti o le possibilità di difendersi.

Il film, della durata di 50 minuti, di cui è possibile vedere il trailer online, sarà distribuito attraverso i canali “non ufficiali” e sarà disponibile in Rete e su iTunes.

Articolo pubblicato su @Glocalnews 

 

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