Al lavoro per…accorciare le distanze #paroleostili

Come ho scritto sui miei canali Social, dal primo maggio è iniziato per me un nuovo ciclo professionale (e spero anche personale, vi confesso).

Il primo maggio ero a Taranto per le riprese del mio documentario-inchiesta “Taranto chiama” alla quale sto lavorando dopo il successo della campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso, chiusa il 21 gennaio. Un lavoro sostenuto da oltre 320 persone, associazioni, fondazioni e anche media, con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e il sostegno di Articolo 21, che partirà idealmente da Trieste, (dove sono ora ospite del Festival della Comunicazione non Ostile) dedicato al futuro della comunità tarantina e alla generazione Fridays for Future.

Come stiamo vedendo in queste settimane, oltre che richiamarci all’emergenza della crisi climatica, ragazzi e ragazze sono letteralmente con le mani nel fango e stanno dando il loro contributo concreto per riportare alla normalità i luoghi colpiti dall’alluvione.

Ancora più amaramente, con il mio lavoro di giornalista che ha indagato utilizzando il metodo scientifico su ambiente, salute, economia, corruzione e mafie, ho scoperto come proprio bambini e adolescenti siano i più colpiti dall’inquinamento secondo studi più che attendibili come il rapporto Sentieri curato dall’Istituto Superiore di Sanità. A Taranto, come in pianura Padana, nella Valle del Sacco come nella Terra dei Fuochi.

Anche per questo, pur non abbandonando la mia professione, mi sto dedicando alla progettazione degli eventi e degli incontri di CIVIC INN, scuola di cittadinanza reattiva e scientifica che metterà in connessione generazioni di studenti, attivisti, insegnanti ed esperti come i Medici per l’ambiente e la professoressa Daniela Vellutino responsabile dell’OCIPA, dell’Università di Salerno, proprio in alcune delle regioni più inquinate d’Italia e delle comunità che hanno pagato un prezzo altissimo allo sviluppo insostenibile.

L’intento è favorire il passaggio generazionale di competenze e conoscenze civiche per la crescita di cittadine e cittadini consapevoli e attivi. Il progetto, sostenuto grazie al contributo dell’8 per mille della Chiesa Valdese, non a caso di chiama “Reattiv* si cresce“.

Nel frattempo, mi trovate in giro per l’Italia come docente e speaker. Insieme all’esperienza di educatrice al data e al civic journalism per ActionAid, appena conclusasi, solo negli ultimi mesi ho tenuto diverse lezioni come formatrice alla trasparenza, alla sostenibilità, al giornalismo di interesse pubblico per il Master di Comunicazione della Scienza dell’Università di Parma, per il Festival Professione Giornalista a Bologna, il Master Executive Environmental Crime and Terrorism Intelligence sotto la direzione scientifica della dott.ssa Emanuela Somalvico e per il Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente.

Scrivo queste parole nel salone eventi del Molo IV di Trieste, dove si sta tenendo il Festival della Comunicazione non ostile. Oggi pomeriggio parteciperò al panel “Occhi verdi” proprio con le giovani generazioni di attivisti e comunicatori come Giacomo Zattini di Friday for Future Forlì e Sofia Pasotto, attivista per il clima e tiktoker, nel panel moderato da Miriam Frigerio, head of communication di Sorgenia. Felice di questo invito per cui ringrazio Rosy Russo, innescato dal titolo di questa edizione “Distanze, effetti lontani e cose vicine“.

Sono esattamente dieci anni che lavoro come giornalista, comunicatrice e attivista per il diritto di sapere e i diritti umani, per “accorciare” le distanze tra cittadini e istituzioni, tra media e cittadini tra territori distanti e problemi comuni. E, almeno per ora, non mi fermo.

Anche per questo grazie per seguirmi e sostenermi sui miei canali social e tramite la newsletter e il sito di Cittadini Reattivi.

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