“Io non faccio finta di niente” all’Università di Torino
E del diritto a essere raccontati
Mercoledì 16 aprile alle 16.00, ho avuto il privilegio di essere ospite all’Università di Torino – Campus Luigi Einaudi, Aula 5 – per un incontro con studenti e studentesse dei corsi di Territorio, ecologia e politica e Sistemi sociotecnici e ambiente.
A partire dalla proiezione del mio documentario-inchiesta Io non faccio finta di niente – che racconta le mobilitazioni bresciane tra il 2013 e il 2019 per ottenere bonifiche e giustizia in una delle aree più inquinate d’Italia – abbiamo dialogato di giustizia ambientale, salute pubblica, informazione indipendente e responsabilità istituzionale.
Grazie ai docenti Vittorio Martone e Dario Padovan per aver reso possibile questo momento di confronto tra mondo accademico e giornalismo d’inchiesta. In particolare, al professor Martone, che ha ricordato come il cuore del mio lavoro ruoti attorno a un diritto fondamentale: il diritto ad essere raccontati – uno dei diritti di cittadinanza scientifica che ho teorizzato nel capitolo da me curato in e a cui tengo profondamente.
Nulla rende più tangibile il senso di questo impegno come una proiezione-lezione-dibattito con giovani menti curiose, attente, preparate.
Il pensiero va a Stefania Baiguera, a Marino Ruzzenenti, a Raffaella Giubellini e a quella comunità bresciana che continua a non fare finta di niente di fronte all’ingiustizia ambientale e sanitaria, e che resta d’esempio.
Come sempre, Torino è meravigliosa, così come le persone che lì mi accolgono.
Grata.
«Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.»
Primo Levi, La chiave a stella, 1977
